Air policing, l’Aeronautica Militare pattuglia i cieli delle repubbliche baltiche. Dall’8 settembre 2020 la Task Force Air Šiauliai “Baltic Thunder” è operativa con quattro caccia intercettori Typhoon Eurofighter e assicura la sorveglianza dello spazio aereo di Estonia, Lettonia e Lituania nel contesto dell’operazione NATO “Baltic Air Policing”. L’Italia ha avvicendato il contingente spagnolo, assumendo la guida della missione e la Task Force ha raggiunto la piena capacità operativa (FOC – Full Operational Capability) del servizio d’allarme “scramble”. Il contingente italiano assicurerà la protezione dei cieli baltici fino al prossimo aprile, quando verrà nuovamente sostituito dagli spagnoli.
Al comando del contingente italiano, c’è stato prima del Colonnello Pilota Antonio Di Matteo e poi, dal 25 gennaio scorso, il Colonnello Pilota Daniele Donati. Il compito dei nostri uomini e donne è assicurare la difesa dello spazio aereo delle tre repubbliche baltiche, giovani membri dell’Alleanza Atlantica, che non hanno ancora un efficace sistema di difesa aerea autonomo. Da settembre ad oggi, la TFA-S ha portato a termine circa 20 Alpha Scramble, il 100% delle attivazioni richieste, tutti condotti nei tempi e nelle modalità richieste dal mandato NATO, nel rispetto delle procedure di sicurezza previste.
Durante tale periodo sono state volate circa 600 ore: ai 20 Alpha Scramble reali si aggiungono infatti oltre 70 missioni addestrative, con 12 velivoli e più di 200 persone che si sono succedute in questi mesi. Tutto questo addestramento serve a supportare la crescita professionale degli enti di controllo tattico dello spazio aereo baltico, con eventi precipui e personale italiano che affianca quello lituano nelle sale di controllo. Sono state effettuate varie esercitazioni congiunte con gli altri partner nell’area baltica, quali la Swedish Air Force o la Finnish Air Force e sono state effettuate attività ADEX (Air Defence Excercise) in cooperazione con gli assetti navali, o attività CAS (Close Air Support) in cooperazione con i Battle group multinazionali schierati in tutti e tre gli stati baltici.
L’impegno nella missione Baltica
L’Italia partecipa alla Missione di Baltic Air Policing con un rischieramento autonomo composto da velivoli, piloti e team di supporto, inclusi manutentori e ingegneri, provenienti principalmente dai quattro i Reparti della Difesa Aerea, operanti su velivoli Eurofighter: il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle, il 37° Stormo di Trapani ed il 51° Stormo di Istrana.
Al fianco degli equipaggi di volo opera il personale tecnico-manutentore, che garantisce l’efficienza dei velivoli, nonché tutto il personale addetto a compiti logistici, amministrativi e di sicurezza, per assicurare il funzionamento autonomo del Reparto. Per quanto riguarda invece il personale di supporto logistico e amministrativo, lo stesso proviene da vari Enti e Reparti della Forza Armata. Tutto il personale rischierato opera secondo strette misure di prevenzione del COVID-19, così da garantire l’operatività della missione e, contemporaneamente, tutelare la salute del personale. E’ la terza volta che l’Italia si rischiera nel baltico e la seconda volta in Lituania, per questa assicurare il servizio di Air Policing: nel 2015 rischierandosi sulla base di Šiauliai e nel 2018 in Estonia sulla base di Amari. Nella missione attualmente in corso, l’Italia è lead nation ed è affiancata dagli augmentees (Eurofighter) tedeschi schierati in Estonia presso la base di Ämari.
Il Baltico da sorvegliare
Nel 2004, con l’ingresso nell’Alleanza Atlantica dei Paesi Baltici e della Bulgaria, gli spazi aerei di quei paesi sono divenuti parte integrante dello spazio euro-atlantico e, come tali, sono stati inclusi nel sistema di difesa aerea integrato della NATO. Tale sistema comprende anche l’attività di Air Policing, che consiste nella continua sorveglianza aerea volta ad assicurare la salvaguardia e la sicurezza dello spazio aereo della NATO senza soluzione di continuità. Quando un membro dell’Alleanza non è in grado di garantire autonomamente la difesa dello spazio aerea, secondo gli standard richiesti dalla NATO, altri Paesi membri, tra cui appunto l’Italia, si fanno carico – permanentemente o a turno – di rafforzarne o sostenerne le capacità. È quanto svolge, ad esempio, la nostra Aeronautica Militare nei confronti della Slovenia, dell’Albania e del Montenegro. Inoltre, nel 2014, in occasione del vertice di Galles, la NATO ha deciso un potenziamento di tali attività – la cosiddetta enhanced Air Policing – a favore dei Paesi membri del fianco orientale. Tali missioni rappresentano quindi la capacità dei Paesi dell’Alleanza di condividere e ottimizzare l’impiego di mezzi, di personale e di professionalità, per salvaguardare lo spazio aereo NATO, riducendo i costi e massimizzando l’efficienza.
L’Italia, come altri Paesi della NATO, ha assunto quindi questo impegno nell’ambito dell’Alleanza e partecipa dal 2015 alle missioni di Air Policing della NATO a favore dei Paesi Baltici, dell’Islanda e del fianco Est dell’Alleanza (Romania e Bulgaria). Questa delicata missione esprime la capacità dei Paesi dell’Alleanza, e dell’Italia come membro trainante, di condividere e ottimizzare l’impiego di mezzi, di personale e di professionalità operativa, per salvaguardare lo spazio di sicurezza euro-atlantico, mettendo in atto quello che la dottrina NATO definisce interoperabilità.