I sommergibilisti della Marina: ecco come si affronta l’isolamento

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Sommergibili, sommergibilisti marina militare
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​​​​​I sommergibilisti della Marina: ecco come si affronta l’isolamento. Le restrizioni alla vita pubblica e di relazione imposte dalle misure di contenimento della pandemia da virus Covid-19 stanno comportando un prevedibile disagio per larghe fasce della popolazione italiana. Il passaggio da una vita dinamica, da un punto di vista sia relazionale che lavorativo, a una molto più limitata in termini di spazi, tempi e libertà d’azione ha naturalmente un impatto emotivo e psicologico non indifferente.

Questa realtà non è affatto nuova per peculiari professioni, come quella del sommergibilista, che si svolgono in condizioni di estremo isolamento, come quelle di un’astronave.

La Componente subacquea contribuisce allo sforzo collettivo che la Marina Italiana sta compiendo ogni giorno per superare le difficoltà dovute al virus, con un piccolo travaso di esperienze sul campo rivolgendosi a tutti i singoli e le famiglie, per aiutarli ad adattarsi all’isolamento e agli spazi confinati.

Vivere su un sottomarino

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L’equipaggio di un sottomarino (foto Marina Militare)

I sottomarini sono uno degli ambienti di lavoro più affascinanti ma anche più estremi di tutto il mondo militare. La complessità delle apparecchiature e la particolarità delle missioni svolte dai sottomarini determinano un ambiente professionale particolarmente ricco di sfide, dove errori o distrazioni possono avere conseguenze fatali.

La sicurezza del mezzo e la sua efficacia in mare non sono tuttavia il frutto della sola tecnologia, ma dipendono strettamente dal rendimento di ogni membro dell’equipaggio e della squadra nel suo insieme. A dispetto delle impegnative condizioni d’impiego, è necessario che ogni persona a bordo contribuisca a creare e mantenere un ambiente sereno e costruttivo, indispensabile per ridurre i tipici fattori di stress della vita sott’acqua: spazi confinati, isolamento dagli affetti familiari, isolamento dalle tecnologie di comunicazione (ndr sott’acqua non c’è “segnale” e nemmeno il “Wifi”) e responsabilità.

Questi quattro fattori contribuiscono a creare una netta separazione tra il modo di vivere “prima” di uscire in mare, e quello “durante” la missione negli abissi. Il vigoroso distacco tra questi due mondi avviene per il sommergibilista in maniera spontanea, grazie a un addestramento rigoroso e al progressivo adattamento.

Tuttavia l’isolamento e la convivenza in spazi confinati, tipiche di un sommergibile, sono ampiamente bilanciati dagli equipaggi attraverso “strategie di gestione” che permettono un veloce e sereno adattamento. Queste sono tanto più efficaci se applicate a casa, se si considera che le attuali restrizioni per il Covid-19 non incidono sull’uso dei social media né sulla possibilità acquistare generi di prima necessità.

Adattarsi all’isolamento e agli spazi confinati

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La plancia di comando di un sottomarino (foto Marina Militare)

L’isolamento e l’adattamento agli spazi confinati sono due dei pochi strumenti attualmente a disposizione delle istituzioni per contrastare la diffusione del virus Covid-19. Questa consapevolezza deve spingere ognuno di noi a interiorizzare la missione a favore dei nostri cari e di chi ci sta a cuore. Percepire il nuovo stile di vita “confinato e isolato” come una missione, e non come un’imposizione, è il primo passo per iniziare un percorso di veloce adattamento. Ogni sommergibilista, infatti, affronta i periodi in mare con la motivazione e consapevolezza che il proprio sacrificio (e quello dei propri familiari) sia al servizio della Sicurezza del Paese.

L’isolamento in spazi confinati, e il differente stile di vita che ne consegue, offrono però delle opportunità che in tempi normali non possono essere colte. La tipica missione di un sottomarino prevede circa un mese di pattugliamento in cui si interrompono le numerose distrazioni della vita moderna. La sconnessione ad esempio dai social network offre infatti l’opportunità di recuperare tempi e spazi mentali per dedicarsi alle proprie passioni: gli equipaggi, va detto, sono pieni di cuochi, artigiani e artisti improvvisati. Uno stile di vita del tutto nuovo, pur nella sua limitatezza di movimenti, potrebbe essere un’occasione unica per riappropriarsi dei propri spazi “interiori”, da dedicare a passioni soppresse dall’accumularsi di impegni.

Questo nuovo percorso di vita non può iniziare tuttavia senza la ricerca di una nuova ed efficace routine che permetta di normalizzare, ciò che normale non è. Gli essere umani sono adattabili, ma hanno bisogno di una routine che regoli i cicli circadiani – sonno e veglia – e dia la “sicurezza” che tutto vada bene. La vita su un sottomarino è regolata da orari ferrei e continue attività addestrative e manutentive. Ogni momento passato sott’acqua ha una sua logica: si lavora, si mangia, si dorme, si fa sport, ci si addestra e poi si ricomincia. Impegnare il tempo in una efficace routine permette di non sentire il peso dei giorni che scorrono e rifuggire la tentazione del “conto alla rovescia”. Per le famiglie costrette in casa da Covid -19, e con bimbi, è determinante quindi creare una nuova routine che coinvolga tutti, come se fossero un equipaggio in missione.

Piccoli incarichi per tutti, compiti scritti per accrescere il bagaglio culturale, sport indoor, giardinaggio (anche sul balcone),elevati standard in cucina e nelle pulizie di casa…e la sera arriverà senza che quasi nessuno se ne accorga. Maggiori saranno gli impegni, e gli obiettivi stabiliti in casa, minore sarà la sensazione di noia e frustrazione. Un equipaggio indaffarato è un equipaggio felice.

Una volta stabilita la nostra routine familiare, non bisogna però dimenticarsi ogni tanto…di spezzarla, celebrando un piccolo evento felice o un risultato personale. Compleanni, onomastici, un nuovo record alla playstation, la nascita di un nipote lontano, sono tutte occasioni che vengono festeggiate a bordo con una solennità forse inimmaginabile nella vita “terrestre”. In queste circostanze si impara ad apprezzare anche una torta di mele con le candeline “riciclate”.

Infine non bisogna dimenticarsi mai che siamo esseri umani e quindi abbiamo bisogno di rimanere connessi alla nostra rete di amicizie ed affetti. La tecnologia permette oggi di poter ridurre, anche se solo virtualmente, le distanze e restare uniti. Un sommergibilista in missione può, di norma, scambiare con la famiglia un paio di brevi mail a settimana: un evento che pur nella sua fugacità è sempre carico di emozioni positive ed energia.

Non trascuriamo infine di cominciare a pianificare il nostro futuro dopo il Covid-19, perché questa missione, come tutte le altre – anche le più difficili – ha un inizio ma anche una fine.

Ecco quindi il decalogo dei sommergibilisti della Marina Militare per affrontare al meglio i periodi di isolamento in spazi confinati:

1. Fai dell’isolamento un’opportunità, il tempo è prezioso e non torna indietro.

2. Dedica del tempo a te stesso e coltiva le tue passioni.

3. Stabilisci la tua routine e coinvolgi tutta la famiglia.

4. Mantieniti in forma, bastano 30 minuti al giorno.

5. Pianifica la spesa e il menù per mangiare in modo sano ed equilibrato.

6. Dedica parte del tuo tempo alla cura dei tuoi spazi. Ti aiuterà a gestire tutto il resto.

7. Ogni tanto spezza la routine quotidiana, servirà a ricominciare con più motivazione.

8. Mantieni attiva la tua rete di relazioni sociali e affettive.

9. Affronta la giornata con un “sorriso”: è una medicina efficacissima.

10. Pensa a cosa farai nel tuo futuro, è l’unica cosa che puoi davvero cambiare in meglio!

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foto Marina Militare

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