Trenta carri T34 sono stati donati dal Laos alla Russia. I carri armati sono arrivati a Naro-Fominsk, regione di Mosca, su un treno militare. L’annuncio è stato dato dal ministro della Difesa della Russia, generale Bulgakov. I tank saranno messi a disposizione della divisione meccanizzata Kantemir, celebre per le gesta durante la battaglia di Stalingrado della II guerra mondiale
Gli equipaggi hanno iniziato l’addestramento con questi colossi d’acciaio in vista della parata della Vittoria. In più i carri armati saranno utilizzati in documentari storici e film ambientati nella II guerra mondiale.
Il comandante di divisione, in esecuzione delle decisioni del ministero della difesa, ha creato un vero e proprio battaglione speciale coi T34. Il battaglione sarà pronto a utilizzare i carri dall’1 marzo.
T34, carro ‘leggenda’ dell’Armata Rossa
All’inizio dell’invasione nazista della Russia, le truppe tedesche incontrarono raramente il T34: pure, in quelle sporadiche occasioni, riuscì a gettare i carristi tedeschi nel panico. Il generale Heinz Guderian, tattico di Hitler per quanto riguarda il blitzkrieg arrivò a suggerire che gli ingegneri tedeschi lo copiassero direttamente.
In realtà il carro russo aveva molti difetti: cingoli erano fragili, la torretta scarsamente protetta anche contro i calibri più piccoli delle armi anticarro, il cannone degli ultimi modelli era così lungo che tendeva a interrarsi e quindi ad esplodere quando utilizzato.
Le grandissime innovazioni tecniche del T-34 (rispetto al suo predecessore BT-7) furono l’introduzione della corazza inclinata, i cingoli larghi (ben 55 cm ognuno, ovvero più di 1/6 della larghezza del carro) e il cannone a canna medio-lunga (i Panzer IV tedeschi dell’epoca avevano un cannone corto da 75mm, adatto soprattutto per il supporto alla fanteria, piuttosto che alla lotta controcarro). L’inclinazione di 60 gradi (rispetto ad un asse verticale) della corazza frontale, che misurava 45 mm, si traduceva in una resistenza equivalente a circa 90mm di acciaio posto verticalmente, giacché l’inclinazione aumenta lo spessore relativo della stessa.
Per un certo periodo i russi scartarono ogni progetto di miglioria o di modifica del T-34, per mantenere la produzione la più alta possibile, almeno fino all’arrivo del Panzer V Panther e del Panzer VI Tiger. I lunghi cannoni di questi nuovi carri permettevano ai carristi tedeschi di combattere senza preoccuparsi di nascondersi.
Le perdite inflitte dai Panzer V nella Battaglia di Kursk convinsero i russi ad approntare una nuova versione del loro “cavallo di battaglia”, il T-34/85 che disponeva di armamento, corazza e autonomia superiori alla precedente versione. La torretta del T-34 fu sostituita con una più grande, che ospitava tre uomini e un cannone lungo da 85 mm; questa liberava il comandante dal dover svolgere anche il ruolo di puntatore e, protetta da una corazza frontale di 90 mm garantiva una migliore speranza di sopravvivenza all’equipaggio. Il nuovo cannone consentì ai carristi sovietici di raggiungere molti successi contro gli equipaggi della sempre più logorata e indebolita Panzerwaffe.
Il feldmaresciallo tedesco von Kleist definì il T-34 il miglior carro armato del mondo; alla fine del conflitto ne erano stati prodotti circa 53.000. La sua facilità di produzione ed i componenti semplici di cui era composto fecero sì che la produzione raggiungesse i 2000 esemplari al mese, quando ad esempio di Panzer VI Tiger I tedeschi ne vennero prodotti 1500 in tutta la guerra.
Il T-34 era un mezzo facilmente utilizzabile anche da soldati poco addestrati (eccetto il pilota) per questo e per la sua efficacia è stato largamente utilizzato in tutto il mondo ad esempio dagli eserciti arabi, che ricevettero una versione ceca del T-34/85, dalla Cina comunista, dalla Corea del Nord, dal Vietnam del Nord e appunto dal Laos, dalla Jugoslavia di Tito, da Cuba, dalla Somalia di Siad Barre e dall’MPLA Angolano. In questi paesi il T-34 è entrato in azione fino agli anni novanta (durante i conflitti etnici che seguirono la disgregazione della Jugoslavia); per quanto tecnologicamente superato esso si è rivelato efficace se impiegato contro nemici poco o per nulla dotati di propri mezzi corazzati o di sofisticati sistemi di difesa anticarro.