Prigioniero nel deserto, c’erano scritte sulle sue foto

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Proveremo ad arrivare a capo della vicenda. Continueremo a chiedere a un aiuto all’Esercito Italiano, sperando che qualcuno risponda all’appello di ArmyMag.it e del giornalista sudafricano Shaun Smillie. Che è in possesso di alcune foto di un ufficiale italiano, che suo nonno fece prigioniero durante la seconda guerra mondiale.

Da quell’episodio, descritto in un primo articolo dalla nostra testata, in diversi si sono appassionati alla vicenda e non pochi messaggi sono arrivati alla nostra redazione. Così abbiamo deciso di chiedere qualche informazione in più a Shaun Smillie, che ci ha inviato il retro delle fotografie. Dove l’ufficiale italiano aveva scritto qualche riferimento a Lapis.

Si tratta di frasi scritte per lo più a lapis, che indicano date e qualche località.

Nella prima: Sigla incomprensibile – scuola Allievi ufficiali gennaio 1933, servizio di ramazza

Nella seconda: Mi son indugiato troppo nel posare. E’ così

Nella terza: Torino 26-6-33

Nella quarta: Rivoli 29-6-33

Nella quinta: Rovigno d’Istria, 25 aprile 1933. Nei dieci minuti d’intervallo dopo la pulizia degli autocannoni

Gli autocannoni erano pezzi d’artiglieria (di base i 90/53 Ansaldo) montati su autocarri Lancia o Fiat. Erano validi come flack antiaerea o come pezzi controcarro. Quindi è confermato il fatto che l’ufficiale era in artiglieria. E sicuramente dopo l’accademia ha frequentato la scuola di Torino. Continueremo a cercare, nella speranza che qualcuno ci possa aiutare a dare un nome a questo ufficiale. Nella speranza che ci siano dei parenti in vita in modo che Shaun possa realizzare il sogno del nonno. E porre fine dopo quasi ottant’anni a questa storia di guerra.

(c) riproduzione riservata

 

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Seconda guerra · Storia
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