Templari: il venerdì nero. Fu un’operazione militare in piena regola. Era venerdì 13 ottobre di 710 anni fa, 1307. Il re Filippo il Bello fece uscire il suo esercito in una operazione coordinata in tutto il regno. I templari dovevano sparire. Il re ebbe l’appoggio segreto del papa, e di gran parte della curia romana e dei suoi rappresentanti in Francia.
Un ordine preciso: fermare i templari
L’ordine dato ai soldati era quello di fermare e arrestare tutti i cavalieri templari presenti in Francia e sequestrare tutti i loro beni.
L’ordine dei templari era potente e temuto. Cavalieri guerrieri addestrati al combattimento, con possedimenti e beni ingenti, tanto da prestare denaro in grandi quantità non solo al re ma anche al papa. L’intervento militare fu così ben coordinato che 546 cavalieri furono imprigionati. Tra loro anche il Gran Maestro Jacques de Molay che conosceva le accuse rivolte all’Ordine (blasfemia, eresia, sodomia). Pensava forse di farcela a uscirne indenne, e di salvare i templari, magari con l’intervento di papa Clemenete V.
I templari sotto processo
Dopo l’arresto ci fu il processo per eresia. Sarà dibattuto per sette anni (dal 1307 al 1314); due cavalieri espulsi testimoniarono contro i loro ex confratelli. Li accusarono di pratiche diaboliche, idolatria, sodomia e di riti iniziatici che comportavano il bacio dell’ano del Maestro e lo sputo sul Crocefisso. Con una bolla papale del 1312 l’Ordine venne sciolto per legittima suspicione. Il gran Maestro Jacques de Molay, ebbe la possibilità di salvarsi, ma ritrattò la confessione resa e venne condannato al rogo.
Il 18 marzo 1314, all’ora del Vespro, De Molay e Goffredo di Charney, precettore di Normandia, che si dice custodisse la Sacra Sindone, arsero sul rogo a Parigi.
Il tesoro dei templari
L’operazione contro i templari venne orchestrata non tanto per motivi religiosi, ma principalmente per cause economiche. Il re di Francia Filippo IV il Bello, puntava a cancellare l’ordine per eliminare un forte potentato, cancellare i suoi debiti e impadronirsi del cospicuo patrimonio dei cavalieri. Il re francese, cancellò con un colpo di spugna il sistema creditizio dei Templari e si impossessò di una bella fetta dei loro averi. I cavalieri amministravano i soldi e i beni di tutti coloro che entravano nell’Ordine rinunciando a tutti i beni, ricevevano denaro e proprietà dai lasciti di chi voleva finanziare le crociate, raccoglievano bottini di guerra. In più commerciavano con l’Oriente e prestavano soldi a usura. I templari erano organizzatissimi dal punto di vista finanziario; inventarono l’assegno e la lettera di cambio, furono potentissimi e temuti sia in terra santa che in tutta Europa.
Mille leggende furono alimentate sul tesoro dei templari, sul loro potere, sulla simbologia dei loro rituali.
Se ne sta ancora parlando.