Spaghetti bowl ovvero: una partita di football americano giocata nel pieno della seconda guerra mondiale allo stadio di Firenze. Una disfida tra l’esercito e l’aeronautica, organizzata per dimenticare per qualche ora gli orrori della guerra, e motivare le truppe. Lo stadio di Firenze venne riempito da oltre 25mila tra soldati, infermiere, e ausiliarie dell’esercito americano. Era capodanno 1945. Il fronte, dove si combatteva duramente era ‘a tre ore di jeep’ come raccontarono allora i militari presenti.
La 5^ armata aveva schierato i suoi ‘booby trapers’, l’a 12^ forza aerea aveva i suoi ‘bridge busters’. Gli esperti di trappole esplosive (l’esercito) sconfissero per 20 a 0 i distruttori di ponti dell’aviazione. Del resto la squadra dell’esercito, poteva vantare un giocatore con esperienza nella NFL, la prima divisione statunitense, Cecil Sturgeon. Lo spettacolo era stato organizzato dall’Uso, l’associazione che ancora oggi si occupa dell’intrattenimento dei militari americani in missione, che aveva portato a Firenze la banda musicale, e tutto l’armamentario per un evento sportivo degno degli Stati Uniti, oltre che una delle sue starlette, Peggy Jean Roan, che si esibì per i soldati. Secondo le cronache del tempo, c’erano anche i famosi cartellini per gli hot dog, che in una partita di football degna di tale nome non devono proprio mancare mai.
Firenze era stata liberata quattro mesi prima, ma i combattimenti andavano avanti Per questo il comando alleato decise di concedere un momento di svago ai militari, portandogli oltre oceano un pezzo della tradizione di casa. E proprio l’1 gennaio, giorno in cui si sfidano gli atleti delle università americane nel college bowl.
Lo spaghetti bowl ebbe ampia risonanza anche sui media: la rivista Yank , magazine dell’esercito dette ampia copertura all’evento, ma anche la famosa Life dedicò due pagine a questa partita. L’incontro però venne disputato sotto copertura aerea dei caccia americani; sullo stadio di Firenze, volteggiarono dei P-38 Lightning per tutto l’incontro perché la Luftwaffe, l’aeronautica tedesca, aveva fatto sapere che ‘avrebbe partecipato al gioco’. Non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di colpire tanti soldati, raggruppati in un posto solo. In ogni caso non ci furono problemi.
I militari ebbero la loro partita, e la loro pausa senza intoppi. Lo scopo dei loro superiori era quello di tenere alto il morale. L’Italia era il ‘fronte dimenticato’ della guerra; ormai quasi del tutto libera aveva perso valore strategico. I soldati però continuavano a spingere perché lo scopo era quello di tenere occupate le forze tedesche che altrimenti avrebbero rallentato la vera missione: la spinta alleata nel cuore della Germania.
Lo spaghetti bowl non fu l’unico evento ricreativo organizzato allo stadio di Firenze. Viste le potenzialità dell’impianto, che era stato requisito dagli alleati e trasformato prima in ospedale da campo volante, poi in base logistica, vennero organizzate anche gare di atletica, partite di calcio e un’esibizione del campione di boxe Joe Louis. Non mancarono anche partite di rugby , giocate dagli altri alleati presenti a Firenze: inglesi, neozelandesi e sudafricani. Ma sicuramente ebbero meno eco rispetto al match di football, vero e proprio seme anche per la diffusione dello sport in Italia.
(la foto in primo piano è tratta dalla rivista Yank)