Sono tornati a Montecassino sette antichi reliquiari che mancavano dalla seconda guerra mondiale. Erano perduti dalla distruzione dell’abbazia nel 1944, e. A restituire gli oggetti sacri all’abate, dom Luca Fallica, nella mattina di lunedì 27 marzo, sono stati Michael e Rosario Salemi, in rappresentanza della loro famiglia. Avrebbe dovuto presenziare anche Caster Salemi, veterano della II guerra mondiale di 101 anni, ma un piccolo problema di salute gli ha impedito di salire sull’aereo per l’Italia; fu suo fratello, Salvatore a raccogliere i reliquiari in mezzo alle macerie dell’antica abbazia interamente distrutta dalle bombe alleate e da mesi di combattimenti.
Un altro dei figli di Salvatore, Joseph, docente di lettere classiche, nel gennaio 2023 ha studiato i manufatti traducendo le iscrizioni latine e arrivando all’attribuzione di questi antichi pezzi di arte sacra. Decisa la restituzione, la famiglia è entrata in contatto con Andrew Biggio, ex marine e scrittore, che accompagna i veterani della II guerra mondiale in Europa per ‘saldare il loro conto con la storia’.
Biggio ha chiuso il cerchio interpellando i volontari dell’Associazione Gotica Toscana che, attraverso il presidente Filippo Spadi hanno organizzato la cerimonia di restituzione. Gotica Toscana, con sede a Scarperia in provincia di Firenze è inserita nel circuito museale nazionale Italy War Route, che riunisce nove musei italiani della seconda guerra mondiale (Museum of Operation Avalanche, Eboli; War Museum Gustav Line, Castelforte; Winterline Museum, Venafro; Museo del Corpo Italiano di Liberazione, Scapoli; Mugot, Scarperia; Centro Ricerca e documentazione Winter Line, Livergnano di Pianoro; Museo Memoriale della Libertà, Bologna; Museo della Seconda guerra mondiale del Fiume Po; Museo Rover Joe; Fidenza). Poli espositivi curati da associazioni di volontariato che si stanno organizzando per luglio 2023, in occasione dell’80° anniversario dello sbarco alleato in Sicilia, che ha dato il via alla campagna di Liberazione dell’Italia. Per l’occasione, oltre alle celebrazioni che si terranno in Sicilia, è stato organizzato anche un raid a scopo divulgativo e culturale con mezzi originali della seconda guerra mondiale da Gela a Milano sulle strade della Liberazione che oltre a fare tappa in alcuni musei dell’Italy War Route, ricorderà i fatti della storia con soste e approfondimenti nei sacrari militari e nei luoghi simbolo della campagna d’Italia.
«Per la nostra associazione – ha detto il presidente di Gotica Toscana, Filippo Spadi – è un onore essere parte di questo evento che permette alla famiglia Salemi di chiudere un cerchio e al nostro Paese di recuperare alcuni oggetti di indiscusso valore storico e culturale. Coi nostri musei del circuito Italy War Route, tra cui anche quello di Cassino, e la nostra attività di volontari puntiamo a essere custodi della storia e della memoria di questi eventi per tramandarli ai più giovani perché siano un monito per futuro».
I fatti della storia
I due fratelli Salemi, Caster e Salvatore, furono chiamati alle armi durante la seconda guerra mondiale. II primo combatté nel teatro del Pacifico; Salvatore, che all’epoca dei fatti, era sergente dell’esercito americano in forza all’Intelligence militare, in Europa. Nato nel 1913 a New York da immigrati siciliani, Salvatore sia in Nord Africa che per lo sbarco in Sicilia e per tutta la campagna d’Italia, ebbe l’incarico di interrogare i prigionieri di guerra italiani, di studiare carte e documenti nemici per favorire l’avanzata degli alleati.
Salemi fu uno dei primi soldati a salire a Montecassino dopo la sua liberazione. Trovò le reliquie tra le macerie nell’angolo di una delle cappelle abbaziali che era stata completamente distrutta. Decise di raccoglierle e le spedì alla madre, Girolama Salemi; la donna, molto religiosa, le sistemò accanto a una statua della Madonna che teneva in casa. Dopo la morte di Girolama Salemi nel 1979, i manufatti sono passati di mano tra le sorelle di Salvatore e Caster: prima a Rose che le ha custodite fino al 2009, successivamente a Jean ancora vivente. E’ stata proprio Jean, nei mesi scorsi a chiedere alla famiglia di riconsegnare le reliquie, dando l’impulso per organizzare il viaggio.
I reperti
Le reliquie erano sicuramente nella disponibilità dell’abbazia benedettina da secoli. L’ipotesi è che potessero essere custodite in uno scrinium, saltato durante il bombardamento . Secondo alcuni racconti familiari, Salvatore spedì alla madre 9 reliquiari, ma i familiari ne hanno contati sempre 7; due probabilmente furono regalati subito dalla donna a qualche conoscente e se ne sono perse le tracce. A rientrare nell’abbazia sono in tutto sette medaglioni sigillati con la ceralacca e incisi con iscrizioni in lingua latina. Contengono le reliquie degli apostoli San Giovanni e San Luca, San Matteo e Sant’Andrea; dei vescovi sant’Ignazio e San Guglielmo; di Sant’Andrea il Confessore.