Non solo serie TV: David Stirling e Robert ‘Paddy’ Mayne, gli eroi del SAS

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Stirling con i suoi uomini prima di una missione (photo IWM)
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Non solo serie tv: David Stirling e Robert ‘Paddy’ Mayne, gli eroi del Sas, lo Special Air Service. Quando l’Italia dichiarò guerra il 10 giugno 1940, la frontiera nel deserto libico rappresentò una sfida per l’esercito inglese. Una sfida che dal febbraio ’41 diventò ancora più difficile per la discesa in campo dell’Afrikakorps. Il terreno difficile comprendeva vasti mari sabbiosi di dune giganti che rendevano impossibile la penetrazione di grandi forze nell’entroterra. Non riportando successi in campo aperto, la Gran Bretagna tentò la carta delle incursioni dietro le linee nemiche. Nel luglio 1940 fu formato il Long Range Desert Group (LRDG) sotto il maggiore Ralph Bagnold; nel luglio 1941 venne creato anche lo Special Air Service, unità che aveva lo scopo di attaccare dietro le linee nemiche usando piccole forze d’incursione. Dopo un primo tentativo fallito di attaccare gli avamposti nel deserto con il paracadute, il SAS si affidò alle capacità di navigazione nel deserto dell’LRDG, che si guadagnò il soprannome di “Libyan Desert Taxi Service” tanto fu efficace nel far arrivare i soldati delle forze speciali sugli obiettivi nemici.

SAS_Rogue_Heroes_Cast

Stirling (al centro), Mayne (a destra) e Lewes interpretati dagli attori Connor Swindells, Jack O’ Connell e Alfie Allen nella serie SAS: rogue heroes (foto dal web)

Fu David Stirling, il ‘phantom major’ a fondare il reggimento, avendo tra i suoi ufficiali proprio Robert Mayne. La serie tv della BBC, disponibile sulle principali piattaforme di streaming, racconta proprio questa storia, partendo dalle azioni che hanno permesso agli inglesi di conquistare un vantaggio determinante per la vittoria della campagna del deserto del Nord Africa. Se i puristi storcono la bocca per un taglio un po’ troppo da gaming e musica rock contemporanea sparata a tutto volume di questa di questa serie, sicuramente «SAS: rogue heroes» ha il merito di aver riportato avanti nella memoria la storia di uno dei corpi di élite più conosciuti al mondo ricostruendo il profilo dei suoi principali protagonisti.

David Stirling, il fondatore del SAS

David Stirling fondatore del SAS (photo IWM)

David Stirling fondatore del SAS (photo IWM)

Sir Archibald David Stirling, Distinguished service order, Order of the British Empire, è stato l’anima dello Special Air Service. Figlio del generale di brigata Archibald Stirling, di Keir, e Margaret Fraser, figlia di Simon Fraser, il Lord Lovat (un discendente di Carlo II). Agli inizi della seconda guerra mondiale, Stirling si arruolò nelle Scots Guards per poi offrirsi volontario nel n° 8 Commando. Dopo il primo battesimo del fuoco nella battaglia di Creta, Stirling approdò al Cairo in una delle fasi più difficili della guerra con l’offensiva tedesca e italiana verso Tobruk. Di fronte alla velocità dell’attacco portato con carri e truppe autotrasportate, si convinse che l’unico modo per fermare l’Afrikakorps fosse quello di infiltrare una piccola squadra di soldati altamente addestrati dietro le linee nemiche per colpire i depositi di approvvigionamento e aeroporti con il vantaggio della sorpresa.

Ritenendo improbabile che portare la sua idea su per la catena di comando avrebbe funzionato, Stirling decise di andare dritto in cima. Riuscì a intrufolarsi con l’inganno nel quartier generale del Medio Oriente al Cairo per incontrare il comandante in capo, il generale del comando del Medio Oriente Sir Claude Auchinleck. Entrò nell’ufficio del vice capo di stato maggiore, il maggiore generale Neil Ritchie, spiegando il suo piano. Fu Ritchie a convincere Auchinleck che permise a Stirling di formare la nuova unità per le operazioni speciali. All’unità venne dato il nome deliberatamente fuorviante “L Detachment, Special Air Service Brigade” per rafforzare il bluff di Dudley Clarke, capo delle operazioni di inganno strategico nell’area, di una brigata di paracadutisti esistente in Nord Africa.

Sas, il battesimo del fuoco

Stirling con i suoi uomini (photo IWM)

Stirling con i suoi uomini (photo IWM)

Gli uomini di Stirling all’inizio erano a corto di equipaggiamento (in particolare tende e relativi attrezzi); non appena si stabilirono alla base aerea di Kibrit, la prima operazione del nuovo SAS fu quella di rubare da un vicino reggimento neozelandese ben attrezzato varie provviste tra cui tende, coperte, tavoli, sedie e un pianoforte. Dopo almeno quattro viaggi, avevano un accampamento ben fornito.

Il battesimo del fuoco ci fu il 16 novembre del 1941, ma fu un disastro. L’obiettivo era attaccare un aeroporto tedesco lanciandosi nei pressi col paracadute. Dei 55 uomini partiti, circa 34 furono uccisi, feriti o catturati lontano dal bersaglio, dopo essere stati portati fuori rotta o essere atterrati nella zona sbagliata, durante una intensa tempesta di sabbia. Stirling decise che l’avvicinamento via terra sotto la copertura della notte sarebbe stato il metodo più sicuro ed efficace.

Gli uomini di Stirling poterono contare su una bomba molto particolare, inventata da un altro degli ufficiali fondatori, il tenente Jock Lewes (caduto nel 1941 mentre era di ritorno da una missione notturna). Si trattava di un dispositivo esplosivo e incendiario letale sui mezzi e sugli aerei tedeschi. I mezzi usati dal Sas furono prevalentemente Jeep Willys e GPW, che erano in grado di affrontare l’aspro terreno desertico meglio di altri mezzi di trasporto. Venne smontato il parabrezza, al posto del passeggero e sul retro vennero installate mitragliatrici Vickers K. Il primo raid dell’aeroporto trasportato da Jeep avvenne subito dopo l’acquisizione del primo lotto di Jeep nel giugno 1942, quando il gruppo SAS di Stirling attaccò l’aeroporto di Bagush controllato dagli italiani insieme ad altri due aeroporti dell’Asse tutti nella stessa notte. Dopo essere tornato al Cairo, Stirling raccolse una partita di altre Jeep per ulteriori incursioni negli aeroporti. Il suo più grande successo fu nella notte tra il 26 e il 27 luglio 1942 quando il suo squadrone SAS, armato di 18 jeep, fece irruzione nella pista di atterraggio di Sidi Haneish e distrusse 37 aeroplani dell’Asse.

La cattura e la prigionia di Stirling

Queste operazioni mordi e fuggi furono talmente efficaci che Rommel dette a Stirling il soprannome di ‘Maggiore Fantasma’. Ma le incursioni in solitaria furono anche fatali per il fondatore del SAS che nel gennaio 1943 venne catturato dai tedeschi. Riuscì a fuggire dalla prigionia, ma venne nuovamente catturato, stavolta dagli italiani, che si presero una piccola rivincita sull’alleato. Il maggiore fantasma tentò quattro volte la fuga, fin quando venne rinchiuso nel castello di Colditz in Germania (tra Lipsia e Dresda) dove rimase prigioniero fino alla fine della guerra. In Nord Africa, nei 15 mesi precedenti la cattura di Stirling, il SAS aveva distrutto oltre 250 aerei a terra, dozzine di depositi di rifornimenti, ferrovie e telecomunicazioni distrutte e aveva messo fuori combattimento centinaia di veicoli nemici. Il feldmaresciallo Montgomery di Alamein descrisse Stirling come “pazzo, piuttosto pazzo”.  Dopo la sua cattura, Paddy Mayne prese il comando del SAS.

L’irruento Robert Blair Mayne

Robert Blair Paddy Mayne (photo IWM)

Robert Blair Paddy Mayne (photo IWM)

Robert Mayne, ‘Paddy’ come gli inglesi chiamano gli Irlandesi usando il nomignolo con affetto o come dispregiativo, è una figura leggendaria nella storia dello Special Air Service. Divenne comandante dopo la cattura di Stirling; Mayne, ragazzo dal carattere irruento, amante del rugby, avvocato e pugile dilettante, fu uno dei soldati più decorati dell’esercito britannico, con un Distinguished service order a tre barre, anche se gli venne negata la Victoria Cross in maniera controversa. All’inizio della seconda guerra mondiale, dopo un iniziale servizio nei reggimenti antiaerei in Irlanda, fu trasferito ai Royal Ulster Rifles dove rimase fino al 1941 quando si offrì volontario per il n° 11 commando che era in via di formazione. Ebbe il battesimo del fuoco nel giugno 1941 durante la campagna Siria-Libano. Mayne guidò con successo una sezione di uomini durante la battaglia del fiume Litani contro le forze francesi di Vichy. L’operazione era comandata dal maggiore Dick Pedder, Highland Light Infantry, che fu ucciso in azione.

Trasferimento al SAS

Il nome di Mayne venne consigliato a David Stirling, allora capitano, dal suo amico tenente Eoin McGonigal, un collega scozzese, ufficiale dei commandos e uno dei primi volontari per lo Special Air Service (SAS); allora conosciuta semplicemente come Unità Paracadutisti. Secondo alcune ricostruzioni, Mayne in quel momento sarebbe stato rinchiuso in cella per aver colpito il suo ufficiale in comando, il tenente colonnello Geoffrey Charles Tasker Keyes. Per altre ricostruzioni, Keyes avrebbe invece punito Mayne per aver picchiato un altro ufficiale, il maggiore Charles Napier secondo in comando. Dal novembre 1941 fino alla fine del 1942, Mayne prese parte a diversi raid notturni in profondità dietro le linee nemiche nei deserti dell’Egitto e della Libia, dove il SAS provocò il caos distruggendo molti aerei nemici a terra. Mayne ha aperto la strada all’uso di jeep militari per condurre incursioni mordi e fuggi a sorpresa, in particolare sugli aeroporti dell’Asse. Il suo score personale sarebbe di almeno 100 aerei nemici distrutti personalmente. Il raid più riuscito fu quello alla wadi Tamet, il 14 dicembre 1941, dove furono distrutti aerei e depositi di benzina. Per la sua parte in questa operazione, Mayne è stato insignito del Distinguished Service Order (DSO).

Paddy Mayne prende il comando del reggimento

Gli uomini del Sas pronti per la missione (photo IWM)

Gli uomini del Sas pronti per la missione (photo IWM)

Dopo la cattura di Stirling nel gennaio 1943, il 1° reggimento SAS fu riorganizzato in due parti separate, lo Special Raiding Squadron (SRS) e la Special Boat Section (il precursore dello Special Boat Service). Mayne fu nominato comandante dello Special Raiding Squadron e guidò l’unità in Sicilia e in Italia fino alla fine del 1943. In Sicilia, Mayne ottenne una nuova barra al DSO. La citazione ufficiale recita quanto segue:

Il 10 luglio 1943, il maggiore Mayne eseguì due operazioni di successo, la prima la cattura della batteria costiera il cui esito fu vitale per lo sbarco. Al calar della notte lo Special Raidin Squadron aveva catturato tre batterie aggiuntive, 450 prigionieri, oltre a uccidere da 200 a 300 nemici. La seconda operazione fu la presa e il possesso della città di Augusta. Lo sbarco è stato stato effettuato alla luce del giorno: un’operazione combinata molto pericolosa. Per l’audacia mostrata, gli italiani furono costretti a lasciare le loro posizioni e masse di scorte e attrezzature furono salvate dalla demolizione nemica. In entrambe queste operazioni sono stati il coraggio, la determinazione e la superba leadership del maggiore Mayne a rivelarsi la chiave del successo. Ha guidato personalmente i suoi uomini dal mezzo da sbarco di fronte al pesante fuoco delle mitragliatrici. Con questa azione riuscì a farsi strada a forza verso terra dove era possibile formare e riassumere le difese del nemico.

Nel gennaio 1944 Mayne fu promosso tenente colonnello e nominato comandante del 1 ° reggimento SAS riformato. Successivamente ha guidato la SAS con grande distinzione attraverso le campagne finali della guerra in Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania e Norvegia, spesso facendo campagne a fianco di combattenti della resistenza. In riconoscimento della sua leadership e del suo personale disprezzo per il pericolo mentre era in Francia, dove si è formato e ha lavorato a stretto contatto con la Resistenza francese, Mayne ha ricevuto la seconda barra al suo DSO (8 agosto 1944, operazione Houndsworth)

Mayne e la raccomandazione per la Victoria Cross

Mayne ha preso parte all’azione durante le campagne in Sicilia, in Italia e nell’Europa nord-occidentale e più tardi durante la guerra ha guidato due squadroni di jeep corazzate attraverso le linee del fronte verso Oldenburg. Ha salvato i suoi feriti ed eliminato una postazione di mitragliatrice tedesca in un villaggio locale. Fu emessa una citazione, approvata dal feldmaresciallo Bernard Montgomery, comandante del 21° gruppo d’armate alleato, che raccomandava Mayne per la Victoria Cross. Ma non fu mai conferita. Un uomo difficile; spesso solitario e sempre più ritirato con il progredire della guerra, visto che preferiva libri alla compagnia degli amici. Mayne era incline a protestare con i colleghi delle forze armate che mostravano poca o nessuna comprensione della complessa politica dell’Irlanda del Nord. Una figura epica tuttavia, tra quelle che hanno segnato la storia militare del XX secolo.

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Seconda guerra
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