Oklahoma, identificati 300 caduti dell’attacco giapponese a Pearl Harbor. Un lavoro capillare che l’Agenzia POW / MIA del dipartimento della difesa americano sta portando avanti da anni con grande impegno. La trecentesima vittima imbarcata sulla corazzata durante l’attacco giapponese nella base americana è stata identificata nel laboratorio della base aerea di Offutt, Nebraska, il 28 gennaio scorso.
Si tratta del Marine Private first class John F. Middleswart; indicato come disperso dopo l’attacco giapponese. Middleswart rappresenta la pietra miliare di uno sforzo che va avanti dal 2003; 18 anni di lavoro che si è intensificato nell’ultimo lustro. “Quando la sua identificazione è arrivata, è stato davvero emozionante e non solo perché era il numero 300 – ha detto Carrie LeGarde, responsabile del progetto USS Oklahoma – è un risultato importante che dimostra il duro lavoro di tutti; sapevo che tutti ne sarebbero stati davvero entusiasti”.
Hattie Johnson, il capo del ramo di rimpatrio del Marine Corps Casualty Office, ha avuto l’incarico di contattare la famiglia: “Quando ho informato il nipote, che ha 80 anni, non solo era entusiasta che suo zio fosse stato identificato, ma era anche entusiasta che fosse il trecentesimo disperso identificato su 429 marinai e marines da identificare”.
“La famiglia – ha aggiunto Johnson – aveva fornito il DNA nel 2009 per le operazioni di identificazione del congiunto, se i resti fossero stati recuperati. Il nipote pensava che non sarebbe riuscito a ricordare in vita l’identificazione dello zio. La madre aveva sempre sperato nell’identificazione dei resti del fratello. È morta nel 2015 a 98 anni”. Il Corpo dei Marines è al lavoro per una cerimonia solenne di riconsegna alla famiglia dei resti di John Middleswart
Il progetto Oklahoma
Nel 2015, i funzionari del Dipartimento della Difesa hanno approvato l’esumazione di tutti i caduti senza nome dell’USS Oklahoma dal National Memorial Cemetery of the Pacific a Honolulu, dove 394 marinai e marines non identificati erano stati sepolti negli anni ’50 . Da allora, solo sei membri dell’equipaggio erano stati identificati; 388 da identificare.
Il 10 novembre 2015, le ultime bare furono esumate grazie a una partnership tra DPAA, Department of Veterans Affairs, e Department of the Navy. Tutti i resti furono trasferiti trasferiti al laboratorio Offutt. Il team di ricerca è ancora al lavoro. Restano da trovare altri 42 nomi; l’obiettivo è arrivare almeno a 350.