Steel Storm, chiusa l’esercitazione per il contingente dell’Esercito Italiano impegnato in Libano nella missione Unifil. L’esercitazione ha visto impegnate unità di manovra dei contingenti militari della missione in Libano e delle Lebanon Armed Forces.
L’esercitazione si svolge con cadenza semestrale in un poligono poco distante da Naqoura, sede del comando della missione Unifil. Sono state svolte lezioni di tiro con armamento individuale e di reparto e attività a fuoco congiunte con la Brigata Onu a guida italiana e la 5^ Brigata delle LAF.
L’attività era finalizzata al perfezionamento del livello di interoperabilità tra i peacekeepers dell’Onu e i militari delle LAF, in vista di una sempre maggiore, efficace e autonoma capacità di intervento di queste ultime nel Sud del Libano.
Per il settore Ovest di Unifil hanno partecipato gli assetti dell’Esercito Italiano che costituiscono Italbatt (18° Battaglione “Poggio Scanno” del 3° Reggimento Bersaglieri di Teulada e 1° Gruppo Squadroni del Reggimento “Cavalleggeri Guide” (19°) di Salerno), unità di manovra del contingente ghanese, sud coreano, irlandese e polacco e della 5^ Brigata delle LAF.
Circa 50 i militari italiani schierati in poligono e numerose le armi, i sistemi d’arma e i mezzi utilizzati in dotazione all’Esercito Italiano, come i VTLM “Lince” e le Blindo “Centauro”, che hanno sparato proietti da 105 mm NATO, compresi gli APFSDS-T (Armour Piercing Fin Stabilized Discarding Sabot -Tracer), con un raggio d’azione di circa 2 chilometri.
Alle fasi finali dell’esercitazione hanno assistito il Capo missione e Comandante di Unifil, Generale di Divisione Stefano Del Col, e il Comandante del settore Ovest, Generale di Brigata Andrea Di Stasio.
Il supporto alle LAF, insieme al monitoraggio della cessazione delle ostilità e all’assistenza alla popolazione libanese, è uno dei principali compiti assegnati ai militari dell’Esercito Italiano impiegati nella missione Unifil nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.