Operazione Greif, l’ultimo folle tentativo di Hitler di riagguantare una guerra perduta. Greif, grifone. Durante l’offensiva delle Ardenne, raccogliendo le ultime truppe e gli ultimi mezzi i tedeschi provarono a rompere il fronte compatto dell’avanzata alleata. Ma non basta; Hitler voleva tenere uno o più ponti sulla Mosa per garantire l’afflusso di rifornimenti alle gruppe e decise di tentare il tutto per tutto in un’operazione affidata direttamente a un comandante delle SS simbolo delle ‘black ops’ tedesche durante la seconda guerra mondiale: il colonnello Otto Skorzeny. Il progetto era utilizzare soldati tedeschi con addosso uniformi dell’esercito britannico e statunitense catturate; utilizzando veicoli alleati catturati, i commandos delle SS dovevano creare confusione dietro le linee alleate mentre le altre truppe picchiavano duro nelle foreste delle Ardenne per un ultimo disperato tentativo di cambiare le sorti della guerra. L’operazione non ebbe successo: troppo pochi erano i mezzi e le uniformi catturate: i soldati tedeschi ‘mascherati da americani’ non riuscirono nel loro intento. Alcuni vennero scoperti, smascherati e fucilati come spie.
Skorzeny, il favorito di Hitler
Otto Skorzeny era diventato uno dei favoriti di Hitler dopo i successi dell’operazione Quercia, ossia la liberazione di Mussolini dal Gran Sasso, anche se il merito in realtà fu del maggiore dei paracadutisti Harald Otto Mors (Skorzeny compare nelle foto ricordo, successive all’azione) e Panzerfaust in cui aveva supervisionato il rapimento di Miklós Horthy, Jr., figlio del reggente ungherese, ammiraglio Miklós Horthy, per forzare le sue dimissioni. Tornato in Germania, l’ufficiale SS fu convocato per incontrare il fuhrer nella sua sede di Rastenburg, nella Prussia orientale, il 22 ottobre 1944. Hitler presentò l’offensiva delle Ardenne pianificata e il ruolo che avrebbe dovuto svolgere l’ufficiale al suo interno.
Skorzeny doveva formare una brigata speciale, Panzer Brigade 150, con lo scopo di catturare uno o più ponti sul fiume Mosa prima che potessero essere distrutti. Nell’operazione sarebbero stati impiegati soldati con uniformi alleate con lo scopo secondario di crearea anche confusione dietro le linee nemiche con ordini sbagliati, comunicazioni sconvolte, spostamenti di truppe deviati
Skorzeny non poteva non obbedire all’ordine diretto di Hitler, anche se era perfettamente consapevole che, ai sensi della Convenzione dell’Aia del 1907, tutti i suoi uomini catturati con addosso uniformi statunitensi potevano essere giustiziati come spie. Non mancarono discussioni con il general Jodl e il feldmaresciallo von Rundstedt, ma così fu fatto. Ebbe solo cinque o sei settimane per reclutare e addestrare la nuova unità per quella che in codice venne chiamata Operation Greif.
Uniformi alleate per l’operazione Greif
La nuova brigata aveva bisogno di veicoli, armi e uniformi dell’esercito americano; si cercavano 15 carri armati, 20 autoblindo, 20 cannoni semoventi, 100 jeep, 40 motociclette, 120 camion e uniformi dell’esercito britannico e Usa, tutti da consegnare al campo di addestramento della brigata che era stato allestito a Grafenwöhr nella Baviera orientale. Arrivarono pochi mezzi alleati, in pessime condizioni, inclusi due carri armati Sherman praticamente distrutti. Skorzeny dovette usare sostituti tedeschi, cinque carri armati (Panzer V “Pantera”) e sei auto blindate. La brigata ricevette inutili attrezzature polacche e russe inviate da unità che non avevano idea di quale fosse la richiesta. Furono reclutati solo 10 uomini che parlavano un inglese perfetto e avevano una certa conoscenza dei modi di dire degli Stati Uniti, 30-40 uomini che parlavano bene l’inglese ma non conoscevano il gergo, 120-150 che parlavano inglese moderatamente bene e circa 200 che avevano imparato l’inglese a scuola.
Non si fece intimidire dalle forze ridotte; Skorzeny ridusse la Panzer Brigade 150 da tre battaglioni a due, riunì i 150 migliori in inglese in un’unità di comando chiamata Einheit Stielau. Successivamente reclutò anche una compagnia di SS-Jagdverbände “Mitte” e due compagnie della SS-Fallschirmjäger-Abteilung 600, e ricevette due battaglioni di paracadutisti della Luftwaffe, squadre di carri armati dei reggimenti Panzer e una unità di artiglieria. In totale 2.500 uomini furono infine riuniti a Grafenwöhr, 800 in meno di quanto si sperasse.
Anche sulle attrezzature i tedeschi erano carenti. Non erano state trovate abbastanza armi dell’esercito degli Stati Uniti per equipaggiare l’unità di comando; per gli spostamenti furono reperiti quattro blindati M3 scout car, 30 jeep e 15 camion. Si rimediò facendo ricorso a veicoli tedeschi dipinti in olive drab, colorazione classica Usa, con applicati i contrassegni degli alleati. Un solo Sherman fu recuperato, gli altri erano carri armati Panther, modificati in modo da assomigliare ai cacciacarri M10 Wolverine. I tedeschi appresero anche le tecniche di comunicazione dell’esercito americano, gli usi e i costumi in battaglia.
Operazione Greif, i motivi del fallimento
L’unità di commando Einheit Stielau, composta dei più bravi nella lingua inglese, ebbe poco tempo per addestrarsi nelle tecniche di sabotaggio. I soldati ricevettero brevi corsi di demolizione e abilità radiofoniche, studiarono l’organizzazione dell’esercito americano e i suoi gradi. Alcuni furono persino inviati ai campi di prigionia di Küstrin e Limburgo per esercitare le loro abilità linguistiche attraverso il contatto con i prigionieri di guerra degli Stati Uniti.
Una volta equipaggiati con materiale Usa, i commando tedeschi ricevettero tre missioni: squadre di demolizione di cinque o sei uomini dovevano distruggere ponti, depositi di munizioni e di carburante; pattuglie di ricognizione di tre o quattro uomini dovevano ricongiungersi su entrambi i lati del fiume Mosa e anche trasmettere ordini fasulli a qualsiasi unità degli Stati Uniti che incontravano, invertire i segnali stradali, rimuovere gli avvertimenti sui campi minati e isolare le strade con avvertimenti di mine inesistenti; le unità di comando “Lead” dovevano lavorare a stretto contatto con le truppe ‘regolari’ dell’offensiva per interrompere la catena di comando degli Stati Uniti, distruggendo i cavi telefonici sul campo e le stazioni radio ed emettendo falsi ordini.
Il 14 dicembre, Panzerbrigade 150 fu radunato vicino a Bad Münstereifel e nel pomeriggio del 16 dicembre si spostò, avanzando dietro le tre divisioni Panzer attaccanti, la 1a divisione Panzer SS, la 12a divisione Panzer SS e la 12a divisione Volksgrenadier, con il scopo di muoversi intorno a loro una volta . Tuttavia, quando la 1ª Divisione SS Panzer non riuscì a raggiungere il punto di partenza dell’offensiva entro due giorni, Skorzeny si rese conto che gli obiettivi iniziali dell’Operazione Greif erano ora condannati.
Greif, fine dei giochi
Skorzeny descrisse le attività dell’Einheit Stielau in un’intervista con l’esercito americano nell’agosto del 1945 in seguito alla sua resa. Secondo lui, quattro unità di commandos da ricognizione e due unità di commandos da demolizione furono spedite durante i primi giorni dell’attacco, e tre unità andarono con la 1a divisione SS Panzer, la 12a divisione Panzer SS e la 12a divisione Grenadier della Volks. Riferì che una squadra di commando entrò a Malmedy il 16 dicembre e un’altra squadra riuscì a convincere un’unità dell’esercito americano a ritirarsi da Poteau lo stesso giorno. Un’altra squadra ha cambiato segnaletica stradale e ha inviato un intero reggimento americano nella direzione sbagliata.
Riavutisi dalla sorpresa gli americani cominciarono a fare domande ai soldati ‘sospetti’. Domande alle quali sono un vero americano avrebbe saputo rispondere: le capitali di alcuni stati, sport e domande relative agli Stati Uniti. E’ entrato nella storia il brutto quarto d’ora passato dal generale di brigata Bruce Clarke, tenuto sotto tiro per un po ‘di tempo dopo aver erroneamente affermato che i Chicago Cubs erano nella Lega americana. Anche il generale Omar Bradley venne ripetutamente fermato nella sua macchina da guardie del posto di blocco che sembrava divertirsi a fargli simili domande. Ma la paranoia introdotta dalle truppe travestite determinò anche una serie di uccisioni tra americani per un semplice sospetto. Complessivamente, 44 soldati tedeschi che indossavano uniformi statunitensi furono inviati attraverso le linee statunitensi e tutti tranne otto tornarono. La confusione causata dall’operazione Greif fu così grande che l’esercito americano vide spie e sabotatori dappertutto.
La leggenda sul rapimento di Eisenhower
Una squadra di commando tedesca fu catturata vicino a Aywaille il 17 dicembre. L’Unteroffizier Manfred Pernass, Oberfähnrich Günther Billing e Gefreiter Wilhelm Schmidt, furono catturati quando non riuscirono a fornire la parola d’ordine corretta alle sentinelle americane. Fu Schmidt a dare credito a una voce secondo cui Skorzeny intendeva catturare il generale Dwight Eisenhower e il suo staff. In più c’era un documento che delineava gli elementi dell’inganno dell’operazione Greif, catturato dalla 106a divisione di fanteria statunitense vicino a Heckhuscheid. Skorzeny era conosciuto dagli alleati non solo per l’operazione Panzerfaust, ma anche perché gli si attribuiva erroneamente un ruolo nella liberazione di Mussolini dalla prigionia del Gran Sasso dopo la destituzione del Gran Consiglio del luglio 1943. Gli americani credettero al possibile rapimento di Ike. Che peraltro non fu contento di dover trascorrere il Natale del 1944 isolato per motivi di sicurezza. Dopo diversi giorni di confino, lasciò il suo ufficio, dichiarando con rabbia che doveva uscire e che non gli importava se qualcuno avesse tentato di ucciderlo.
Anche l’altro leader alleato, il generale britannico Bernard Montgomery non fu immune dalla paura del rapimento. Dopo aver saputo del confino di Eisenhower, Montgomery si mosse verso Malmédy per aumentare il suo prestigio tra le truppe statunitensi. Non sapeva che nelle Ardenne si era diffusa la voce che uno dei commando di Skorzeny fosse sorprendentemente simile a Montgomery e si era identificato come tale in diversi posti di blocco negli Stati Uniti. Quando le guardie statunitensi fermarono la macchina al primo posto di blocco, Montgomery disse loro che non avrebbe sopportato simili sciocchezze e ordinò al conducente di continuare. Le sentinelle spararono alle gomme e tirarono fuori Monty portandolo verso un fienile dove rimase detenuto per diverse ore. Montgomery fu infuriato e prospettò la corte marziale ai soldati americani se non lo avessero rilasciato. Questi per tutta risposta lo insultarono pesantemente. Fu liberato solo dopo ore, quando un capitano britannico noto agli americani lo ebbe riconosciuto. Eisenhower apprese quanto era avvenuto; commentò il fatto dicendo che questa fosse la cosa migliore di cui Skorzeny fosse mai stato responsabile.
Epilogo
Pernass, Billing e Schmidt furono sottoposti a un processo militare a Henri-Chapelle il 21 dicembre e furono condannati a morte e giustiziati da una squadra di fuoco il 23 dicembre. Altri tedeschi furono processati e fucilati nei giorni successivi. Il leader dell’operazione Greif, Günther Schulz, fu processato da una commissione militare nel maggio del 1945 e giustiziato vicino alla città tedesca di Braunschweig il 14 giugno. Non si sa perché il suo processo sia stato ritardato fino al maggio 1945 ed è poco chiaro chi abbia ordinato l’esecuzione della sua condanna a morte. Dopo la seconda guerra mondiale, Skorzeny fu processato come criminale di guerra ai processi di Dachau nel 1947 per presunta violazione delle leggi di guerra durante la battaglia delle Ardenne. Lui e nove ufficiali della Panzerbrigade 150 furono accusati di usare impropriamente le uniformi statunitensi. Sono stati anche accusati di aver rubato uniformi statunitensi e pacchi della Croce Rossa consegnati ai prigionieri di guerra Usa da un campo di prigionia. Il tribunale militare fece una distinzione tra l’uso delle uniformi nemiche durante il combattimento e per altri scopi incluso l’inganno; non si poteva dimostrare che Skorzeny avesse effettivamente dato alcun ordine di combattere in uniformi statunitensi. Skorzeny sostenne che gli esperti legali tedeschi gli avevano detto che fintanto che non avesse ordinato ai suoi uomini di combattere indossando uniformi statunitensi, una tale tattica sarebbe stata considerata un legittimo stratagemma di guerra. La fece franca.