Truppe italiane in Lettonia per l’esercitazione Nato Claymore Forged. L’esercitazione ha visto all’opera di circa 1000 militari provenienti da diversi Paesi NATO e oltre 100 veicoli da combattimento e logistici che si sono schierati presso la località di Kadaga, nell’area addestrativa del poligono di Camp Adazi, a circa 50 km a Nord-Est di Riga. L’obiettivo era testare sul campo la capacità difensive e di manovra delle varie unità appartenenti al Battle Group eFP Latvia, focalizzandosi sull’interoperabilità dei vari reparti presenti nel Battaglione, tra i quali unità di fanteria, genio, corazzate e CBRN.
L’esercitazione è stata svolta a partiti contrapposti, cercando di implementare tra le varie componenti delle procedure tecnico/tattiche comuni, culmine di un ciclo addestrativo congiunto di circa tre mesi tra i vari alleati NATO. Il nemico simulato è stato impersonato da militari provenienti dalla Brigata di fanteria meccanizzata Lettone residente nella caserma di Adazi.
La durata di quest’attività è stata di sette giorni continuativi, dove i militari delle truppe alpine hanno dimostrato di saper lavorare, vivere, muovere e combattere in condizioni climatiche decisamente avverse, caratterizzate da neve, ghiaccio e temperature che si aggiravano costantemente intorno ai -20° C, caratteristiche che comunque si conciliano con la specialità alpina.
I militari italiani impegnati n Lettonia
L’unità italiana impiegata nel corso della “Claymore Forged” ha visto l’impegno di circa 100 militari a bordo di Veicoli Blindati da ricognizione per terreni innevati (BV 206 S7), tipici delle truppe alpine, e di Veicoli Tattici Leggeri Multiruolo “Lince”.
L’esercitazione ha costituito un passo fondamentale nell’addestramento e integrazione delle unità che vi hanno preso parte, in quanto si è osservata la condotta in occasioni di operazioni quali la bonifica di personale, dei materiali e dei mezzi contaminati da aggressivi CBRN; il ritrovamento e brillamento di IED simulati; la breccia di un campo minato o di ostacoli artificiali passivi in concomitanza degli assetti del genio e corazzati, fino alla condotta di attacchi di fanteria, supportati dal fuoco indiretto di mortai e artiglieria. Inoltre tale esperienza si è rilevata un’occasione unica per addestrare ogni singolo elemento della Compagnia, dai Comandanti ai vari livelli fino all’ultimo soldato, ad operare in questo tipo di ambiente operativo, scontrandosi con le molteplici problematiche derivanti dallo stress, la fatica e le varie situazioni tattiche create dai direttori dell’esercitazione e valutatori.
La Compagnia italiana impiegata appartiene alla seconda rotazione di Contingente schierata in Lettonia, ed è inquadrata nel Multinational Battle Group a guida canadese costituito da circa 1200 militari provenienti da Albania, Polonia, Slovenia, Spagna e appunto Canada. L’enhanced Forward Presence si inquadra in un generale potenziamento della presenza di Forze NATO sul territorio europeo, tanto sul confine orientale quanto sul Mar Mediterraneo. L’eFP è una misura di natura difensiva, proporzionata e pienamente in linea con l’impegno internazionale della NATO che intende rafforzare il principio di deterrenza dell’Alleanza e rappresenta un chiaro esempio della determinazione nell’assolvere la missione primaria di sicurezza collettiva dell’integrità territoriale euro-atlantica.