Emergenza medica sul campo di battaglia. Un tema delicato da affrontare, per il quale è bene essere preparati. La Nato organizza da tempo una delle più grandi esercitazioni al mondo proprio su come si affronta l’assistenza sanitaria in missione e in combattimento. L’esercitazione Vigorous Warrior, edizione 2017 lo dice chiaramente: un ospedale da campo perfettamente attrezzato ed equipaggiato, con anche una unità chirurgica d’emergenza, un laboratorio analisi, dentistico, diagnostico per immagini e unità di decontaminazione da emissioni chimiche, radioattive e nucleari (CBRN). In più team di medici e paramedici militari provenienti da oltre venti Paesi NATO e partner. Si tratta della più grande esercitazione sanitaria in ambito NATO dal dopoguerra, coordinata dal personale del Centro di Eccellenza NATO per la Medicina Militare di Budapest (MILMED CoE).
Le Forze Armate italiane stanno esprimendo il meglio in campo medico militare, sia in termini di personale che di mezzi. A conferma di ciò, il Multinational Medical Joint Training Centre (M2JTC), una unità neonata nell’ambito della Scuola di Sanità e Veterinaria Militare di Roma che riunisce professionisti dell’ambito medico delle Forze Armate e che mette a disposizione capacità che vanno dall’addestramento dei team sanitari alla validazione per l’impiego in zona di operazioni. L’M2JTC infatti, grazie alle alte specializzazioni di cui dispone, è in grado di verificare il grado di preparazione dei team sanitari, armonizzare le procedure di riferimento al fine di raggiungere la massima interoperabilità – in chiave interforze e multinazionale – e redigere i manuali per l’addestramento dei team.
Un’assoluta novità concepita e sviluppata dall’Italia, frutto di anni di studi e di esperienza maturata sul campo con le numerose missioni estere a cui hanno partecipato le Forze Armate italiane e oggi messa a disposizione di tutti i membri NATO al fine di certificarne il pronto impiego in situazioni reali. Lo stesso personale in forza all’M2JTC ha conseguito, nel corso dell’esercitazione, la piena capacità operativa (Full Operational Capability – FOC) conseguendo tutti gli obiettivi prefissati e riscuotendo apprezzamento da parte delle nazioni partecipanti.
Oltre all’M2JTC, è stato impiegato un team MEDEVAC (Medical Evacuation), una squadra interforze di tecnici e sanitari, specializzata nella stabilizzazione ed evacuazione di feriti dalle zone di operazione alle strutture sanitarie campali a bordo di elicotteri NH 90 in dotazione all’AVES – l’aviazione dell’Esercito Italiano.
La Marina Militare è invece presente alla Vigorous Warrior 17 con una camera iperbarica in grado di ricercare e soccorrere un ferito anche a grandi profondità grazie all’intervento dei palombari e prestare cure in caso di intossicazioni quale ad esempio quella da monossido di carbonio. L’unità va ad integrarsi perfettamente nella più complessa struttura ospedaliera (ROLE 2), aumentando le capacità di intervento del complesso.
L’Aeronautica Militare ha schierato un team specializzato per il trasporto in biocontenimento, una capacità che pochi Paesi del mondo hanno oltre all’Italia. L’unità è infatti in grado di recuperare pazienti ad altissimo rischio di contagio (come ad esempio quelli affetti dal virus dell’ebola) e trasportarli tramite vettore aereo. Il team di medici riesce a garantire innanzitutto l’assoluta sicurezza degli operatori, isolare la persona affetta dal virus letale e trasferirla da aree remote raggiungibili solo grazie ai velivoli militari. Una eccellenza assoluta, quella dell’Aeronautica, già impiegata nel recente passato per il recupero di persone contagiate.
L’esercitazione prosegue con attivazioni diurne e notturne, in cui vengono simulati attacchi complessi ad unità NATO, con decine di feriti di diversi livelli di gravità, che comportano il coordinamento e la gestione dei primi soccorsi, il recupero e smistamento dei feriti secondo un triage medico e il trattamento in emergenza con attivazione di tutti i reparti dell’ospedale da campo (Mass Casualty – MASCAL).