Per il contrasto alla pirateria serve un addestramento specifico. Ne sanno qualcosa Nave Etna e il 2° Reggimento San Marco, protagonisti di una nuova sessione di addestramento per incrementare le capacità di Maritime Interdiction Operations (MIO). La lotta contro questo genere di attacchi predatori e in generale il contrasto ai traffici illeciti in mare, caratterizzati da rapida dinamicità ed evoluzione, devono essere condotti con personale addestrato in grado di garantire alte capacità interdittive.
I fucilieri del 2° Reggimento San Marco, già in possesso del brevetto di Abilitazione anfibia, vanno avanti nell’affinare le proprie peculiarità con due moduli addestrativi, uno basico, mirato all’acquisizione della capacità di boarding “non cooperative” (in cui l’equipaggio della nave da ispezionare non sia cooperante) e uno avanzato, volto ad acquisire la capacità “obstructed” (eventualità in cui l’equipaggio della nave da ispezionare ostacoli il boarding team) attraverso un consolidato coordinamento e affiatamento con il Gruppo Operativo Incursori – GOI.
In tale contesto, Nave Etna è stata impiegata quale base logistica e piattaforma che ha simulato un mercantile con atteggiamento “obstructed” e sul quale i frequentatori della Brigata Marina San Marco hanno potuto testare le tecniche acquisite nel corso del programma, quali la navigazione ad alta velocità con l’impiego di mezzi e piloti del gruppo mezzi da sbarco, l’utilizzo di materiali e tecniche per l’abbordaggio di unità in navigazione a velocità sostenuta e la pianificazione e gestione degli eventi in ambienti ristretti e relative tecniche di squadra.
I Boarding Team hanno quindi effettuato gli abbordaggi con aste telescopiche e biscagline confrontandosi con l’equipaggio e gli istruttori della Brigata Marina San Marco, protagonisti nel ricoprire i ruoli di personale ostile o di ostaggi.
(fotogallery Marina Militare)
